mercoledì, febbraio 01, 2006

In medias res

Credo sia per questo che non mi è mai riuscito di finire un racconto. Di scriverlo, intendo.
Perchè sono decisamente migliore come lettrice che come scrittrice. Infatti scrivo come se leggessi. Vado avanti finchè la storia e i personaggi sono in grado di sorprendermi (e lo fanno davvero, certe volte mi indignano perfino! vabè, io non sono normale..ma anche loro! che razza di comportamento!) e appena ho idea di come la storia dovrebbe svolgersi mi annoio enormemente a metterla su carta (posso usare quest'espressione anche se effettivamente non tocco una penna da anni e la mia modestissima produzione prende polvere in floppy disc? viola.)

Dunque questo è il bello del blog: niente menate ops introspezioni psicologiche, descrivere accuratamente un personaggio, disegnarlo a tutto tondo che sembri uscire dalla pagina (si, si, vale la parentesi di prima) ma neanche abbozzarlo, anzi sai che c'è, ma quali personaggi e personaggi, in un blog te la cavi con le iniziali. Che capisci solo tu. E il proprietario dell'iniziale. Che, sebbene dica le stesse cose esatte esatte come ricorda di averle dette, lì da qualche parte nel mondo reale, a te, non è ben sicuro di riconoscersi neanche lui.

E poi gioia e giubilo: non devi mai ricapitolare. Accade tutto in medias res, proprio sotto i tuoi occhi. Meglio di una commedia, di una sceneggiatura, di un film. Meglio che esserci.
Questo per voi amici lettori potrebbe essere un problema. Per me, alleluia, la garanzia che dovrei continuare a scrivere.
Ma credo, ponderando le due cose, sia maggiore la fregatura per voi.
Perchè a volte può andarvi bene, mi trovate di buon umore e scrivo sproloqui materni che non hanno bisogno di troppe spiegazioni. E comunque partono dall'inizio della storia.
Oggi vi è andata male. Si, ve n'eravate accorti eh?

Dunque tanto per restare in medias res oggi è una giornata... strana. Come dire di merda. Come dire di merda, ma non ne sono sicura. Come dire per essere sicura dovrei poterla confrontare con qualcosa di simile e grazie-a-Dio non mi viene in mente niente. Non nel mondo reale. (E iniziò a essere dissociata...)
Come dire che mi sento un pò Alice atterrata nella tana del BianConiglio. Di culo.
Quel posto umidiccio dove vedi tutti gli orologini e sai che sei entrata in un mondo strano che, cavoli, sembra come quello-di-sopra ma non lo è. Ma sembra proprio come quello-di-sopra. Uguale uguale.
E dentro ci sei tu. E anche tu sembri proprio come quella-del-mondo-di-sopra.
Ma non sei tu, perchè tu stai dormendo nel pratino con le margheritine e l'istitutrice rompicoglioni.
Però sei uguale uguale.

E lì capisci due cose: che a te leggere fa male. Sei troppo suggestionabile. E che "Alice nel paese delle meraviglie" non è una favola per bambini.

2 Comments:

Blogger Luna said...

"ormai ad Alice erano capitate tante cose straordinarie che niente piu` avrebbe potuto sembrarle impossibile"
(Lewis Carrol)

1/2/06 17:19  
Anonymous Anonimo said...

he he he
quante volte l'avevamo già detto?
vietato, vietatissimo sottovalutarsi..

1/2/06 17:21  

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