martedì, maggio 30, 2006

Estiva

C'è il sole di Maggio ch'è tornato di nuovo con l'abitudine stanca ad essere qui. Iniziano a gravare i ricordi sulle spalle della città in cui mi sentivo di passaggio. Forse è l'ultimo giro, ci spero, e forse no.

Intanto inizia un'altra estiva.
Verranno le notti in bianco e le zanzare.
Girare in circolo e tenersi svegli, alle cinque di mattino chiedersi ancora un pò.

Ricordo quando per fare pausa ammazzavamo le zanzare.
Avevo la camera tappezzata d'impronte di scarpe lanciate. Sembrava fossimo supereroi, a camminare sul muro. E forse lo eravamo. Con due giorni ancora, che ce la si poteva ancora fare.

Quando proprio la testa scoppiava si usciva in "cortile".
Un buco tra quattro muri alti, pieni di case. Si sedeva sui gradini e si bevevano lattine di birra economica. Nessuno ci interrompeva per prendere l'ascensore, perchè tutto dormiva.

A volte si piangeva, a volte si rideva, a volte si urlava. Si parlava anche: poco o troppo o di niente.
Faceva caldo.
Quel mese e mezzo non finiva mai.

Non si dormiva e non ci si svegliava.
Si sudava.
Si tralasciava di mangiare, ma si faceva spesso l'amore.

Farsi la doccia era un sollievo festoso ed inutile, se ne usciva già asciutti. O sudati.
Si sperava e si facevano progetti. Grossi progetti e grandi desideri.
Si pregava e s'incrociavano le dita.


Poi la sessione finisce. E un anno è passato.
Chi prima, chi dopo, si va tutti via.


UPDATE: e i piedi in bacinelle di acqua ghiacciata

venerdì, maggio 26, 2006

L'albero in cucina

In piena Milano allungando un braccio dal mio balcone si coglie comodamente un frutto.

Lo aspetto da tempo, da quando ho guardato l'albero bello, dalle foglie larghe, che si affaccia nella mia cucina. Un fico.

La mia cucina non ha le tende, azzurre, per lasciarsi spiare dal fico e vedere intanto se frutta.

Di notte, ieri, con l'aria blu che non è ancora tardi mi accorgo di quei frutti dalla forma allungata. E' un pero, dunque, il mio albero in cucina.

Sono un pò delusa perchè giocavo da bambina alla "casa sotto il fico". - Facciamo la casa sotto il fico? - si diceva, e io faccio la mamma e tu fai il papà. Io veramente facevo il papà.
Era un fico ben grande quello e noi ci si portava le sedie.
Cuginette fortunate cresciute sotto il fico.
Dicono che oggi non si usa più.

Comunque ci sono su le pere. Finalmente.

Finalmente, penso, stanotte mi prendo il gusto impagabile di rubarmi un frutto. Così allungo le dita.
E sfioro la peluria fitta di un'albicocca.

E' un albicocco, allora, l'albero sul mio balcone.
Le albicocche non mi fanno impazzire e non mi ricordano l'infanzia. Non mi danno neanche un nettissimo senso d'estate.

Rientro in cucina e alla luce gialla artificiale mi accorgo che quella che ho in mano è una nespola. Decisamente.

Vivo nella casa del nespolo.

Il frutto è nella mia cucina ed io non ancora avuto il coraggio di assaggiarlo.


J.Rabbit

lunedì, maggio 15, 2006

Dieci piccoli indizi per accorgersi di essere un cartoon... e decidere di restarlo.

E' sempre stato evidente che io non appartenessi tout court alla realtà.. Da quel mio entrare ed uscire dai giorni colorati che disegno per me; e da quelle notti vellutate.
E per quanto personalmente ritenga che certe percezioni non sia possibile ignorarle, mi pare ancora plausibile che, dormienti sotto la superficie liscia delle loro vita straordinaria, tuttavia alcuni cartoon aspettino di riconoscersi.
Questa mia si rivolge soltanto a loro, giacchè sarebbe operazione ridicola e disperata tentare di travasare se stessi in un film d'animazione o peggio cercare d'imitarne la leggerezza dell'apparenza.
Chè se tale non fosse la vostra essenza, solo l'apparenza resta.
Amici e nemici animati, se tali vi doveste riconoscere, usate con cautela del vostro tocco giocoso nelle incursioni nel caotico Aldiqua. Ma non smettete mai di usarne.

J.Rabbit



Guida rapida alla vostra presa di coscienza.

Siete certamente un cartoon se:

1. Raccontare episodi tragici della vostra vita genera irrefrenabile ilarità negli astanti.

2. Raccontare episodi reali della vostra vita genera diffusa incredulità negli sconosciuti.

3. Chi vi conosce non si stupirebbe più di niente e sarebbe pronto a scommettere una mano sulla veridicità del vostro racconto sull'incontro con ... (a scelta: la regina degli elfi, la fata col pugnale, il signore dei vampiri. babbo natale no. voi avete sempre rifiutato di crederci.)

4. Raccontare episodi passati della vostra vita genera incontrollabile apprensione negli amici futuri.

5. In effetti ritenete che la vostra vita sia fatta per essere raccontata.

6. Nutrite una propensione naturale allo sdoppiamento di personalità.

7. Avete la tendenza alla creazione di personalità autocelebrative.

8. Che voi rispettate e invidiate.

9. Provate il più sincero ed incondizionato amore verso voi stessi.

10. La vostra vita somiglia a una notte di primavera. Schietta, frizzante, intrigante. Il momento perfetto in cui tutto può accadere.

giovedì, maggio 11, 2006

Amanti...

sabato, maggio 06, 2006

Cominciamo dall'inizio, perchè è un gran bel punto da cui cominciare

Più d'ogni cosa c'è bisogno d'atmosfera.

D'un locale fumoso, lenti drink e uomini che guardino come non si usa più...
Di rispondere a lettere spudorate su carta leziosamente profumata.
Di calpestare la notte su tacchi vertiginosi.

Questo è l'inizio...? troppo semplice?
La semplicità é il segreto che distingue un gioco ben riuscito.
Ed io sono il gioco meglio riuscito della mia vita.
Non uno scherzo. Un gioco è qualcosa di maledettamente serio...

Questo è come è iniziata.
E, credetemi se ve lo dico, è stato maledettamente divertente.
Come la prima volta che ti fai guardare accavallare le gambe.
Non si dovrebbe mai smettere.. di giocare...
Ma tornare a farlo ogni notte, dopo esserti incipriata il naso.
Per questo sono ancora qui...

Buio in sala.

Il brusio si disperde declinando verso il silenzio.

Luci.





J.Rabbit