Estiva
C'è il sole di Maggio ch'è tornato di nuovo con l'abitudine stanca ad essere qui. Iniziano a gravare i ricordi sulle spalle della città in cui mi sentivo di passaggio. Forse è l'ultimo giro, ci spero, e forse no.
Intanto inizia un'altra estiva.
Verranno le notti in bianco e le zanzare.
Girare in circolo e tenersi svegli, alle cinque di mattino chiedersi ancora un pò.
Ricordo quando per fare pausa ammazzavamo le zanzare.
Avevo la camera tappezzata d'impronte di scarpe lanciate. Sembrava fossimo supereroi, a camminare sul muro. E forse lo eravamo. Con due giorni ancora, che ce la si poteva ancora fare.
Quando proprio la testa scoppiava si usciva in "cortile".
Un buco tra quattro muri alti, pieni di case. Si sedeva sui gradini e si bevevano lattine di birra economica. Nessuno ci interrompeva per prendere l'ascensore, perchè tutto dormiva.
A volte si piangeva, a volte si rideva, a volte si urlava. Si parlava anche: poco o troppo o di niente.
Faceva caldo.
Quel mese e mezzo non finiva mai.
Non si dormiva e non ci si svegliava.
Si sudava.
Si tralasciava di mangiare, ma si faceva spesso l'amore.
Farsi la doccia era un sollievo festoso ed inutile, se ne usciva già asciutti. O sudati.
Si sperava e si facevano progetti. Grossi progetti e grandi desideri.
Si pregava e s'incrociavano le dita.
Poi la sessione finisce. E un anno è passato.
Chi prima, chi dopo, si va tutti via.
UPDATE: e i piedi in bacinelle di acqua ghiacciata
Intanto inizia un'altra estiva.
Verranno le notti in bianco e le zanzare.
Girare in circolo e tenersi svegli, alle cinque di mattino chiedersi ancora un pò.
Ricordo quando per fare pausa ammazzavamo le zanzare.
Avevo la camera tappezzata d'impronte di scarpe lanciate. Sembrava fossimo supereroi, a camminare sul muro. E forse lo eravamo. Con due giorni ancora, che ce la si poteva ancora fare.
Quando proprio la testa scoppiava si usciva in "cortile".
Un buco tra quattro muri alti, pieni di case. Si sedeva sui gradini e si bevevano lattine di birra economica. Nessuno ci interrompeva per prendere l'ascensore, perchè tutto dormiva.
A volte si piangeva, a volte si rideva, a volte si urlava. Si parlava anche: poco o troppo o di niente.
Faceva caldo.
Quel mese e mezzo non finiva mai.
Non si dormiva e non ci si svegliava.
Si sudava.
Si tralasciava di mangiare, ma si faceva spesso l'amore.
Farsi la doccia era un sollievo festoso ed inutile, se ne usciva già asciutti. O sudati.
Si sperava e si facevano progetti. Grossi progetti e grandi desideri.
Si pregava e s'incrociavano le dita.
Poi la sessione finisce. E un anno è passato.
Chi prima, chi dopo, si va tutti via.
UPDATE: e i piedi in bacinelle di acqua ghiacciata